Test 2016 come fare ricorso al Tar se vieni bocciato
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Il ricorso al Test di Medicina 2016 non è una novità: gli aspiranti medici che affrontano ogni anno il test di ammissione sanno che possono rivolgersi al giudice per segnalare scorrettezze e irregolarità. Tant’è che il ricorso al Tar per il Test di Medicina è diventato quasi una prassi per coloro che non vengono ammessi alla facoltà medica o non ottengono un punteggio alto in graduatoria.

Il 6 settembre in tutta Italia si è svolto il test di Medicina e Chirurgia. 63mila gli iscritti al test a fronte dei 9mila posti disponibili e che adesso attendono la data d’uscita del punteggio ottenuto e delle graduatorie. A due giorni dalla pubblicazione dei risultati anonimi sul sito del Miur, l’argomento ricorso al Test di Medicina è tornato alla ribalta.

Per il Test di Medicina 2016, il motivo del ricorso collettivo annunciato dall’UDU (Unione degli universitari) è una domanda di pura logica, la numero 16, che è stata abbonata dal Ministero a tutti i candidati poiché non ha fornito la risposta esatta. Ma molti candidati la risposta giusta l’hanno data: ecco perché in caso di vittoria chi ha fatto il ricorso per la risposta sbagliata del Test di Medicina 2016 si vedrà assegnare 1,9 punti in più, ovvero il punteggio che ha perso in termini relativi nei confronti di chi ha indicato una risposta sbagliata.

Quando verrà pubblicata la graduatoria nazionale degli ammessi alla facoltà medica per l’a.a. 2016/2017 qualche candidato a cui è stato bloccato l’accesso a Medicina potrebbe decidere di presentare ricorso individuale o collettivo per segnalare eventuali irregolarità o scorrettezze.

Infatti chi non entra al test di Medicina o di altre facoltà a numero chiuso ha il diritto di far notare disguidi alla giustizia, e il ricorso al Tar, se accolto, può offrire l’accesso a Medicina anche se il proprio nome non appare in graduatoria, oppure migliorare la posizione del candidato nell’elenco.

Ogni anno al Tar arrivano richieste di ricorso individuale o collettivo da parte gli studenti bocciati al test di Medicina o dell’Udu, che chiede di abolire il numero chiuso. Negli anni passati non sono mancati i casi in cui i giudici hanno accolto il ricorso di migliaia di aspiranti medici che, grazie alle sentenze che hanno invalidato la procedura d’esame, si sono potuti iscrivere regolarmente al corso di laurea magistrale in Medicina e Chirurgia.

Fare ricorso per il test di Medicina, abbiamo detto, è un diritto, ma il giudice non accoglie le istanze degli studenti con molta facilità, per cui chi vuole ricorrere alla legge per ottenere la possibilità di immatricolarsi pur senza aver superato il test deve sapere che conviene fare ricorso al Tar solo in determinate situazioni.

Chi ha fatto il test di Medicina 2016 e non viene ammesso, vuole segnalare irregolarità o ingiustizie nei suoi confronti, può fare ricorso al Tar. Ecco i casi in cui è giusto farlo e la procedura da seguire.

Test Medicina 2016: quando fare ricorso al Tar
In attesa di conoscere il proprio punteggio, che sarà reso noto il 20 settembre, e la pubblicazione della prima graduatoria, che esce in data 4 ottobre, gli aspiranti studenti di Medicina che pensano di essere state vittime di irregolarità o non ritengono lecito lo svolgimento della prova possono pensare di presentare ricorso.

I motivi per cui uno studente può decidere di fare ricorso per il test di Medicina sono molteplici. Si va dalle domande errate nei test alla manomissione dei plichi e al sospetto di raccomandazioni in aula, fino a motivi meno evidenti ma altrettanto invalidanti. Tra i fattori apparentemente innocui ma che secondo gli avvocati possono influire sul corretto svolgimento del test ci sono persino un telefono che squilla, un ritardo nell’inizio della prova rispetto all’orario indicato sul bando, la mancanza di aria condizionata o bisbiglio in aula.

Test Medicina 2016, come fare ricorso se non vieni ammesso
Per fare ricorso al Tar bisogna:

avere un avvocato
rientrare nei limiti di tempo previsti dalla legge
avere un valido motivo
Il ricorso può essere individuale o collettivo. Per prima cosa, una volta essere venuti a conoscenza del punteggio e della graduatoria, dovete rivolgervi a un avvocato perché scriva il testo del ricorso nella maniera corretta.

L’avvocato, venuto a conoscenza dei motivi che vi hanno spinto a fare ricorso, indicherà nell’atto Università dove si è svolto il test e le precise indicazioni circa le eventuali scorrettezze segnalate. Lo notificherà all’Università, al Ministero e ad eventuali controinteressati, poi lo depositerà al Tar del Lazio.

Per il ricorso ci sono delle scadenze da tenere a mente: non devono passare più di 60 giorni (compresi i festivi) dalla pubblicazione della graduatoria. Allo scadere dei 60 giorni l’atto deve essere depositato e tutte le parti in causa devono essere state avvisate.

Nella prima fase il Tar può concedere la cosiddetta tutela cautelare con cui si “congela” temporaneamente l’ordinanza del Tar fino alla sentenza. In questo periodo di tempo lo studente può immatricolarsi e iniziare a frequentare i corsi.

Il Tar provvede poi ad esaminare tutti i documenti depositati, chiede eventualmente degli approfondimenti e, alla fine (solitamente 40 giorni dopo l’udienza), emana una sentenza motivata con cui accoglie o respinge il ricorso. Il provvedimento espresso dal Tribunale è definitivo e non può essere a sua volta impugnato.