Traduzione prova latino #maturità2015
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Il tema d’italiano è finalmente solo un ricordo, adesso non resta che concentrarsi sulla seconda prova scritta di questa maturità 2015. Andiamo a vedere come si svolgerà a secondo della tipologia d’istituto.

Per il liceo classico la seconda prova consisterà in una versione di latino. Ma quali sono gli autori più probabili? Il più gettonato è Seneca, autore di una ‘triplete’ fra il 2003 e il 2011. Mentre tra i più temuti c’è sicuramente  Tacito, il nome dato come più probabile dagli studenti, visto che è noto come nel 2005 mandò nel panico gli studenti del classico.

Per i ragazzi del liceo scientifico invece, la prova da superare è quella di matematica, dove dovranno confrontarsi con un questionario composto da dieci domande (ma saranno solo cinque i quesiti da risolvere) e un problema da scegliere tra due proposti dal Miur. Il tempo per l’ elaborazione dell’esame è di massimo 6 ore. Noi crediamo che la prova prevederà problemi trigonometrici e geometrici (durante la prova bisognerà sceglierne uno) mentre i cinque quesiti verteranno su funzioni, massimi e minimi, calcolo di aree e volumi con gli integrali e il calcolo di limiti.

Per il liceo delle Scienze Umane la seconda prova consiste nello svolgimento di un elaborato di Scienze umane e la traccia richiederà di svolgere un tema inerente le seguenti discipline: 

1) antropologia

2) pedagogia, con riferimento ad autori particolarmente significativi del Novecento;

3) sociologia, con riferimento a problemi o anche a concetti fondamentali.

Per quanto riguarda il Liceo Scienze Umane a indirizzo “Economico-sociale” la materia scelta per il secondo scritto della maturità 2015 è Diritto ed economia Politica. La seconda prova avrà una delle seguenti tipologie: la prima prevede la trattazione di problemi, concetti o temi della disciplina, mentre la seconda prevede l’analisi ed esposizione di situazioni socio-politiche, giuridiche ed economiche.

La traduzione della versione di latino

Il fisico, ogni altra energia, ma non la dissimulazione abbandonavano Tiberio. Identica la freddezza interiore; circospetto nelle parole e nell’espressione, mascherava, a tratti, con una cordialità manierata il deperimento pur trasparente. Dopo spostamenti più frenetici, si stabilÏ da ultimo in una villa, presso il capo Miseno, appartenuta in passato a Lucio Lucullo. Che lì si stesse approssimando la sua fine, lo si seppe con questo espediente. Si trovava là un medico valente, di nome Caricle, il quale, senza intervenire direttamente sullo stato di salute del principe, era però solito offrirgli tutta una serie di consigli. Costui, fingendo di accomiatarsi per badare a questioni personali, presagli la mano, come per ossequio, gli tastò il polso. Ma non lo ingannò, perché Tiberio, forse risentito e tanto più intenzionato a nascondere l’irritazione, ordina di riprendere il banchetto e vi si trattenne più del solito, quasi intendesse onorare la partenza dell’amico. Tuttavia Caricle confermò a Macrone che Tiberio si stava spegnendo e che non sarebbe durato più di due giorni. Da allora fu un rapido intrecciarsi di colloqui tra i presenti e un susseguirsi di messaggi ai legati e agli eserciti. Il sedici di marzo Tiberio rimase senza respiro e si credette concluso il suo corso terreno; e già Gaio Cesare, accompagnato da una folla di persone plaudenti, usciva a gustare la prima ebbrezza dell’impero, quando giunse la notizia che a Tiberio tornava la voce, che aveva riaperto gli occhi e che chiedeva che gli portassero del cibo, per rimettersi dallo sfinimento. Si diffuse il panico in tutti, e si dispersero gli altri, fingendosi ciascuno mesto o sorpreso; Gaio Cesare, in un silenzio di pietra, aspettava, dopo quella vertiginosa speranza, la definitiva rovina. Macrone, senza perdere la testa, fa soffocare il vecchio sotto un mucchio di coperte e allontana tutti dalla soglia. Così finì la vita di Tiberio a settantotto anni di età.